venerdì 27 maggio 2016

Fai da te: Cestino portaoggetti





NECESSARIO:
- Scatola cereali
- Forbici
- Spago da cucina bianco (o del colore che più vi piace)
- Tessuto per rivestire (io ho usato una vecchia camicia)
- Spugna ( potete usare sia quella per la cappa della cucina, sia quella di vecchi cucini per le sedie
 o quello che preferite)
- Colla a Caldo
- Nastro del colore che preferite

PROCEDIMENTO:
Tagliate la scatola dei cerali con le forbici (se è necessario aiutatevi con un coltello) dell'altezza che preferite.
Girate lo spago intorno alla scatola e fate un nodo per fissarlo. Continuate a girare lo spago intono alla scatola finchè non è completamente ricoperta.

Ritagliare la spugna prendendo come linea da seguire la base e incollarla all'interno con la colla a caldo. Mettere il tessuto nella scatola in modo da prendere le misure giuste da attaccare lungo i bordi e ritagliare l'eccesso. 



Avvolgere lungo i bordi il tessuto ed incollare con la colla a caldo. Il tessuto che avanza negli angoli legatelo tra loro con un nodo e fermate il tutto con la colla.


Ora bisogna rivestire la base sempre con lo stesso tessuto.
Appoggiate la scatola sul tessuto e seguite la linea della base per ritagliare il tessuto lasciando tre/ quattro cm in più per lato. 
Incollate il tessuto alla base e sui bordi con la colla al caldo.


Decorate come più vi piace. Io ho aggiunto un nastrino azzurro. Ed ecco il risultato :)










martedì 24 maggio 2016

Recensione: Kitchen - Banana Yoshimoto

Kitchen - Banana Yoshimoto



Editore: Feltrinelli
Pagine: 148 
Anno di pubblicazione: 1993
Compra su: Amazon

TRAMA:
"Non c'è posto al mondo che io ami più della cucina...". Così comincia il romanzo di Banana Yoshimoto, "Kitchen". Le cucine, nuovissime e luccicanti o vecchie e vissute, riempiono i sogni della protagonista Mikage, rimasta sola al mondo dopo la morte della nonna, e rappresentano il calore di una famiglia sempre desiderata. Ma la famiglia si può non solo scegliere, ma anche inventare. Così il padre del giovane amico Yuichi può diventare o rivelarsi madre e Mikage può eleggerli come propria famiglia, in un crescendo tragicomico di ambiguità. Con questo romanzo, e il breve racconto che lo chiude, Banana Yoshimoto si è imposta all'attenzione del pubblico italiano mostrando un'immagine insolita del Giappone, con un linguaggio fresco e originale, quasi una rielaborazione letteraria dello stile dei fumetti manga.

LA MIA RECENSIONE :
Ho sentito tanto parlare di quest'autrice così ho deciso di farmi un'idea mia iniziando da uno dei suoi romanzi più famosi: Kitchen.
Mi trovo un pò in difficoltà a parlarvi di questo libro perchè devo ammettere che leggendo le varie recensioni su internet ero partita carica di aspettative positive, ma man mano che la storia andava avanti e si evolveva mi sono resa conto che non riuscivo per niente a farmi coinvolgere. 
Mi sono ritrovata in un racconto formato per lo più da lutti, dolori, cose incomprensibili.... e tutto ciò mi ha portato a chiudere più volte il libro in preda alla malinconia e alla tristezza. 
Non vi so dire se lo scopo del libro fosse questo oppure quello di farci riflettere sul fatto che siamo tutti esseri di passaggio indipendentemente da chi siamo, da quanti anni abbiamo, da quanto bene facciamo in questa vita. Non lo so e forse andrò molto controcorrente rispetto alla massa a cui questo libro è piaciuto, ma quel senso di malinconia mi ha veramente rovinato alcuni momenti della mia giornata. Il libro è diviso in due parti: nella prima troviamo la storia di Mikage e nella seconda parte una storia diversa, ma sempre legata ovviamente alla morte. 
Dopo un'infanzia senza genitori (morti in un incidente) Mikage, la protagonista, deve affrontare anche il grande dolore della perdita della nonna e ritrovarsi da sola ad affrontare il senso di solitudine e il dolore per la perdita, finchè nella sua vita entra Yuichi, un ragazzo che conosceva sua nonna. Il ragazzo vive con sua madre Eriko, la quale prima della morte della madre di Yuichi era in realtà suo padre/un uomo. 
La vicenda mi è sembrata molto surreale, però ho accettato il racconto di Eriko pensando che l'autrice volesse far riflettere sul tema della transessualità (e altri aspetti).
Yuichi e Mikage cercano di superare i propri dolori l'uno accanto all'altra e questo senso di unione e protezione che hanno l'uno verso l'altra è sicuramente la parte che ho apprezzato di più in tutto il libro.
Mentre questo primo racconto si mantiene sul reale emergendo solo a tratti nel surreale, la seconda storia mi è sembrata totalmente assurda. Protagonista è Satsuki che un giorno incontra Urara. Quest'ultima appare come una ragazza molto misteriosa e più volte mi sono chiesta se non fosse frutto della fantasia di Satsuki presa dal lutto per il fidanzato morto.
Il libro è scritto in modo chiaro, semplice, scorrevole, ma come avete capito non mi ha per niente colpita ed entusiasmata.
Voglio dare un'altra possibilità a quest'autrice e presto spero di riuscire a leggere un altro suo libro, così da farmi un'idea definitiva sul suo stile.

ECCO COSA HO IMPARATO DA QUESTO LIBRO:
Spesso vogliamo pianificare ogni cosa della nostra vita e crediamo che le cose siano eterne, ma non è così. La vita continuamente manda a monte i nostri piani portandoci a vivere momenti difficili e di grande solitudine, ma solo circondadoci delle persone giuste sapremo di non essere soli e tutto ci sembrerà meno doloroso.


Il mio voto a questo libro: ♥♥
(♥: non consigliato - ♥♥: discreto - ♥♥♥: piacevole - ♥♥♥♥: molto bello - ♥♥♥♥♥: indimenticabile)


sabato 21 maggio 2016

Recensione: Poirot e il mistero di Styles Court - Agatha Christie


Editore:  Compagnia del Giallo "Gruppo Newton"
Pagine: 96
Anno di pubblicazione: 1993
Compra su: Amazon


TRAMA:
Styles Court è un'estesa proprietà terriera che John Cavendish dovrebbe ereditare. Ma, contrariamente a ogni previsione, sarà la sua matrigna Emily la sola beneficiaria. La donna sposa Alfred Inglethorp, un cacciatore di dote. E poi una notte, improvvisamente, la tragedia: Emily muore fra atroci sofferenze, di fronte agli occhi increduli dei familiari.. Il misterioso caso cattura l'attenzione del celebre investigatore Poirot, ex capo della polizia belga, che decide di ritornare al lavoro per seguire le tracce dell'assassino.


LA MIA RECENSIONE:
Non avevo mai letto nulla di Agatha Christie e subito dopo questo libro mi sono chiesta ma perché hai aspettato tanto? Il perché non lo so, ma so per certo che voglio assolutamente recuperare altri libri di quest'autrice.
Ho cercato fin dalle prime pagine di memorizzare ogni piccolo movimento dei personaggi così da poter individuare il colpevole, ma quando mi sembrava di essere sulla giusta strada Poirot, con la sua intelligenza, mi mandava completamente in confusione. Avrò cambiato sospettato almeno cinque volte.
A rendere ancora più bello questo libro ci sono i disegni della camera della vittima e del piano dove si trovavano le camere da letto dei membri della casa.
Lo so che vi starete chiedendo se alla fine avevo intuito il colpevole...be' no. Per un momento ho realmente creduto di aver capito, ma poi tempo un paio di pagine e tutto è cambiato ed il mio indagato mentale era innocente. La fine è veramente insospettabile ed è anche per questo che ho adorato questo libro: non è stato mai scontato.
Ho adorato in modo particolare il personaggio di Hastings, amico dell'investigatore, in cui ognuno di noi leggendo questo giallo si potrebbe rispecchiare: curioso, a modo suo permaloso, a tratti goffo (senza volerlo), altruista. L'amico che ognuno di noi vorrebbe avere.
I personaggi, nonostante siano tanti, hanno una personalità ben definita, ognuno con un carattere proprio, una storia alle spalle e il fatto che a ognuno venga dato spazio per raccontarsi mi ha letteralmente conquistata. La Christie è stata molto brava ha catturare la mia attenzione e se amate i gialli non posso fare a meno di consigliarvi questo libro.


ECCO COSA HO IMPARATO DA QUESTO LIBRO:
Anche quando tutto sembra scontato non bisogna mai smettere di cercare la verità. Spesso siamo imprigionati nei preconcetti, nel fare poco attenzione ai particolari ed è proprio un particolare spesso a fare la differenza. 



Il mio voto a questo libro: ♥♥♥♥
(♥: non consigliato - ♥♥: discreto - ♥♥♥: piacevole - ♥♥♥♥: molto bello - ♥♥♥♥♥: indimenticabile)

mercoledì 4 maggio 2016

Recensione: Dov'è finita Audrey? - Sophie Kinsella

Editore: Mondadori
Pagine: 285
Anno di pubblicazione: 2005
Compra su: Amazon

TRAMA:
Audrey ha quattordici anni e da tempo non esce più di casa. Porta perennemente grandi occhiali scuri, e non certo per fare la diva, ma perché questo è il suo modo per proteggersi dalle persone che la circondano e sfuggire al rapporto con gli altri. A scuola le è successo qualcosa di brutto che l'ha profondamente segnata, e ora Audrey è in terapia per rimettersi da attacchi d'ansia e panico che non le permettono di condurre una vita serena e avere contatti con il mondo esterno. Prigioniera nella propria casa, riesce a guardare negli occhi solo Felix, il fratellino più piccolo. Suo fratello Frank, invece, ha un anno più di lei ed è ossessionato dai videogames e - con grande preoccupazione della madre iperprotettiva e vagamente nevrotica - non si stacca un attimo dal computer e dal suo amico Linus che condivide la sua stessa mania. Quando Audrey incontra Linus per la prima volta, nasce in lei qualcosa di diverso, e piano piano riesce a trovare il modo di comunicargli le sue emozioni e le sue paure. Sarà questa la scintilla che aiuterà non solo lei, ma la sua intera famiglia scombinata.

LA MIA RECENSIONE:
Questo libro era diventato la mia ossessione; morivo dalla voglia di leggerlo, ma non si decidevano mai a metterlo in sconto finché, un giorno fortunato, sono riuscita a recuperarlo a metà prezzo da Libraccio. Appena l'ho avuto tra le mani penso di essermi completamente innamorata del colore rosa pastello della copertina. Certo, il disegno in copertina non è dei migliori, ma il colore è semplicemente da wow per chi come me adora i colori pastello.
Anche in questo libro Sophie Kinsella riesce in modo semplice e leggero a trattare temi importanti come il bullismo, la paura del giudizio degli altri, l'essere ormai troppo attaccati ai videogiochi da non riuscire a vedere il resto che ci circonda. Tutto questo lo fa attraverso Audrey e la sua strana, ma simpatica famiglia.
Leggendo le prime pagine ho avuto l'impressione che fosse tutto troppo confuso, ma poi man mano che si va avanti nella lettura si iniziano ad incastrare vari pezzi ed allora capisci di essere completamente entrata a far parte della famiglia.
Gli effetti del bullismo hanno costretto la ragazza a chiudersi al mondo, ad alzare un muro, a provare paura, a domandarsi spesso cosa possono pensare gli altri di lei e mi sono chiesta quante volte anche noi, nel nostro piccolo, ci limitiamo nell'essere totalmente noi stessi per paura del giudizio altrui? Quante volte ci limitiamo per paura di un rifiuto?.
Audrey, per me,  rappresenta il percorso che ognuno di noi almeno una volta nella vita ha dovuto affrontare prima di dire basta alle proprie paure e capire che con il giusto spirito mentale tutto si supera.
Ad aiutare la quattordicenne ad uscire dalle proprie paure e solitudini arriverà, oltre alla sua matta famiglia, Linus, un amico speciale che cambierà totalmente la visione che ha Audrey della sua piccola vita fatta di buio, televendite e divano.
Anche questo libro della Kinsella si è conquistato un posto speciale nel mio cuore ed ha contribuito a qualche ora di spensieratezza e buon umore. Impossibile non consigliarvelo.

ECCO COSA HO IMPARATO DA QUESTO LIBRO:
Bisogna lavorare su noi stessi per affrontare al meglio le nostre paure ed imparare che non sempre le nostre paranoie rappresentano il pensiero degli altri. La gente parla continuamente, ma le parole passano, si stancano e ciò che resta siamo noi e le nostre verità.  Non tutti vanno oltre le parole, ma chi ci vuole realmente conoscere non si fermerà di fronte alla superficialità e sono quelle le persone che dobbiamo tenerci strette.
Dobbiamo, come ha fatto Linus, tendere la nostra mano verso gli altri e andare oltre la superficie. Un nostro sorriso potrebbe dare positività ad una persona che ha bisogno e non dobbiamo dimenticarlo.

Il mio voto a questo libro: ♥♥♥♥
(♥: non consigliato - ♥♥: discreto - ♥♥♥: piacevole - ♥♥♥♥: molto bello - ♥♥♥♥♥: indimenticabile)